domenica 31 dicembre 2023

Kirk Hammett e la questione degli assolo


Kirk Hammett, chitarrista dei Metallica


Difficile credere che una dichiarazione simile sia uscita dalla bocca del solista dei Metallica: “Odio dire questa cosa per tutti i lettori là fuori” dice Kirk: “ma i non-musicisti, che sono la maggior parte degli ascoltatori, non ricordano gli assolo”.

Così si esprime un chitarrista che ha costruito buona parte della sua carriera e del suo personaggio proprio su dei precisi cliché stilistici, così fondati da fare scuola per tutta una generazione di musicisti a venire, al suono di note frullate in una distorsione estrema e wah wah sempre a portata di piede.

Il primato della canzone


Mentre le riflessioni sull’importanza delle composizioni non faticano a incontrare l’approvazione dei lettori, è proprio il commento sulla “memorabilità” di un assolo che ha fatto discutere, vedendo scendere in campo - sul web - anche celebri colleghi.
In particolare spicca la risposta di Angel Vivaldi che, sui social, controbatte: “Non potrebbe essere più lontano dalla verità. Se l’assolo è scritto da un autore e non da un chitarrista pigro che di adagia sulla memoria muscolare, il tuo assolo resterà con la gente per sempre”.

Non è un attacco personale ad Hammett, spiegherà poi Vivaldi in un post sulla sua pagina Facebook, ma la frecciatina non manca: “Nell’attimo in cui qualcuno cede a questo genere di pensiero, del tipo ‘Non c’è musica memorabile al giorno d’oggi’, sta solo gridando ‘Ho una mentalità chiusa e non cerco nuova musica da giudicare’.

A difesa del chitarrista dei Metallica, si potrebbe obiettare che le persone ricordano molti più assolo di Hammett di quanti non ne conoscano di Vivaldi, ma questo non farebbe altro che continuare a smontare la tesi di Kirk. Insomma, un bel paradosso.

giovedì 14 dicembre 2023

Una storia sentimentale, 'Addio Michelle'

 

'Addio Michelle'. Un aeroporto per scrivere la parola 'fine'

Addio Michelle è il NUOVO SINGOLO di Mimmo Parisi, il quale ritorna alla musica dopo un periodo di lontananza da essa. La canzone è ispirata a una ragazza che ha appena intravisto durante l’estate. Con loro – lei era con il ragazzo e si stavano lasciando – ha scambiato solo poche parole; un incontro estivo come tanti. Hanno argomentato vagamente di poche cose. Il cantautore ha letto negli occhi di Michelle, questo il nome della ragazza, l’inquietudine per quel loro amore che stava svanendo. Probabilmente ora lei, con l’inverno che nel suo cuore è giunto molto prima del 21 dicembre, è ritornata a Parigi o in qualche altra città francese. In Italia ha lasciato un incontro nemmeno tanto importante e una canzone, Addio Michelle.

Un'epoca di trasformazioni

Alla fine non importa il motivo della loro separazione, ciò che – in un’epoca di trasformazioni senza precedenti, in cui la digitalizzazione crea universi culturali e sentimentali nuovi – rimane inamovibile è quel sentimento, l’amore, che continua a creare e sciogliere legami. Ecco, Addio Michelle parla di un addio ma è costituita di parole che trattano di attenzione per l’amore che si desidererebbe per sempre. Addio Michelle è una ballad pop-rock toccante, in cui Parisi, con la sua consueta vena poetica, racconta i colori di un addio. I versi che compongono la parte testuale del brano presentano immagini facilmente riconoscibili; fanno parte dell’esperienza comune a tanti.

Difficilmente qualcuno è passato indenne da una situazione caratterizzata da una crisi sentimentale. L’autore riesce a descrivere la fase dell’addio con tocco lieve, come un affresco destinato più a ricordare una stagione di tristezza ma, comunque, valida in quanto pagina della propria vita. Vale la pena, tuttavia, indicare quanto il contesto dell’evento sia se possibile ancora più umbratile e senza sprazzi di luce: l’addio vissuto in un aeroporto, con un aereo che porta via la persona amata, è decisamente una situazione malinconica.

L' addio in un aeroporto

Infatti, l’aeroporto, è un ‘non luogo’, se contemplato in una classificazione extra urbana o in quanto servizio, ma nella canzone in questione diventa teatro di una scena ultima. Chi rimane a terra contempla il cielo grigio il quale, man mano che la sera irrompe, s’inscurisce sempre più: portandosi definitivamente via Michelle e le illusioni che le facevano da ancelle. Due esistenze hanno scelto di ripartire dal principio; probabilmente lei è diretta in Francia, spera in un altro domani. Lui rimane a terra, osserva fino all’ultimo la luce intermittente dell’aereo. Deve fare i conti con l’anima frantumata; anche per lui ci saranno novità nel futuro, ma al momento tutto quello che sa dire è, “Addio Michelle”.